Come fare un impianto elettrico industriale

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Punto Luce /
12/11/2015

Gli impianti elettrici industriali sono impianti più complessi rispetto a quelli residenziali perché servono per far funzionare i complessi macchinari e dispositivi di produzione. Così come l’impianto residenziale, l’impianto elettrico industriale dev’essere realizzato a regola d’arte da professionisti esperti. È fondamentale che sia un impianto affidabile, sicuro ed efficiente.
Vediamo alcune indicazioni su come dev’essere fatto un impianto elettrico industriale e le norme da rispettare.

Come fare un impianto elettrico industriale: i materiali

Innanzitutto, per l’impianto elettrico industriale servono materiali di qualità: i prodotti a marchio IMQ sono da preferire agli altri. Attenzione ai certificati di conformità delle aziende costruttrici: non posson mancare e devono essere allegati al prodotto venduto.

Protezione dai contatti diretti e indiretti

Per fare un impianto elettrico industriale a regola d’arte e a norma, bisogna garantire la protezione delle persone dai contatti diretti e indiretti con parti intenzione. Occorre fissare correttamente coperture e barriere sulle parti attive, facendo in modo che durino nel tempo, che resistano all’usura e alle condizioni ambientali.
Quando una barriera è usurata, va sostituita, non prima di aver tolto la corrente.

Ovviamente, devono essere presenti gli interruttori differenziali, secondo quanto descritto dalla norma generale CEI 64-8.
Per proteggere le persone dai contatti indiretti la messa a terra deve essere collegata con cura alle parti metalliche dell’impianto con tanto di conduttore di protezione. Inoltre, dev’essere garantita la protezione da cortocircuiti, sovraccarichi e scatti intempestivi.

Tubi e cavi: dimensioni e posa

Tubi e cavi devono essere posati con attenzione, in luoghi ventilati e protetti da urti accidentali.

I tubi devono essere di materiale ignifugo e, nel caso siano installati a vista, fissati con robusti tasselli ad espansione.
La lunghezza e le dimensioni dei tubi devono permettere di infilare e sfilare i cavi conduttori in modo agevole; il diametro minimo dei tubi dev’essere di 20 mm.
Anche i cavi devono essere di materiale ignifugo ed essere adatti a tensioni di 450/750 V.  I cavi devono essere di 2,5 mm² per i conduttori di macchine motori o prese, di 1,5 mm² per gli impianti di illuminazione e 1  mm² impianti di comando.

Le cassette di derivazione

Le cassette di derivazione sono da usare ogni volta che si fa una derivazione o se dimensioni e lunghezza dei tubi lo richiedano.
Se interrotti, i cavi conduttori che passano nelle cassette di derivazione devono essere allacciati a morsetti di dimensioni adeguate. È importante che i cavi nelle cassette di derivazione siano ordinati per circuito e, nel caso serva, facili da sfilare.

Quadri, prese e spine

Cominciamo con i quadri: quelli esterni dovranno avere una protezione minima IP55 (protezione contro polvere e getti d’acqua), dovranno essere in materiale “autoestinguente” e con un sistema di chiusura mediante un apposito attrezzo.

Le prese e le spine devono essere adatte agli usi industriali; interruttori, prese e comandi devono essere fissati in portafrutti ignifughi con protezione minima IPXXB (parti attive inaccessibili al dito di prova)

Verifiche iniziali e periodiche

Anche per gli impianti industriali sono ovviamente previste le verifiche, fatte da organismi super partes,
secondo la norma CEI 64-8. Le verifiche iniziali, che prevedono esami a vista, misure e prove, sono necessarie per la dichiarazione di conformità.
Oltre alle verifiche iniziali, gli impianti elettrici hanno bisogno di verifiche periodiche, che attestino la sicurezza e il buon funzionamento dell’impianto, secondo il D.P.R 462/02 (verifiche ogni due o cinque anni).

Norme di riferimento

Concludiamo con le norme di riferimento per l’installazione di un impianto elettrico industriale: oltre alla già citata norma CEI 64-8, occorre rispettare la legge 186/68 (esecuzione a regola d’arte degli impianti), il DL 81/08 (sicurezza nei luoghi di lavoro), il DL 37/08 sulle norme per la sicurezza degli impianti e infine la legge 791/77 sulla responsabilità del costruttore.

 

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