Termoconvettore: cos’è, come funziona, consumi

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Ruggero /
29/07/2022

I termoconvettori sono apparecchi per il riscaldamento dell’aria, che rispetto ai tradizionali termosifoni consentono di diffondere il calore in maniera più veloce e uniforme. Parliamo di elettrodomestici che possono essere facilmente installati nelle abitazioni per andare a integrare i sistemi di riscaldamento preesistenti, così da uniformare la diffusione dell’aria calda.

In commercio possiamo trovare moltissimi modelli differenti, anche con installazioni a parete, e con diverse tipologie di alimentazione. Anche in termini di potenza è possibile ottenere risultati molto diversi tra loro, e proprio per questo motivo la scelta deve essere fatta con molta attenzione. Nelle prossime righe, dunque, vedremo insieme cos’è un termoconvettore, come funziona e i consumi.

Termoconvettori: cosa sono?

Il funzionamento dei termoconvettori si basa sul principio fisico della convenzione, dove il calore sale, e l’aria fredda scende venendo risucchiata dal dispositivo. Tale processo di scambio è possibile mediante i tubi lamellari oppure le resistenze elettriche, posizionate all’interno degli impianti. Questo speciale meccanismo di termoconversione, diversamente da quello impiegato dalle piastre di diffusione dei termosifoni, permette di sprigionare il calore in maniera più intensa e uniforme.

L’utilizzo di un termoconvettore è maggiormente indicato nel momento in cui si intende velocizzare il riscaldamento di un ambiente particolarmente freddo, dove termosifoni e caldaie non sono sufficienti. I termoconvettori possono essere utilizzati per abitazioni e locali che rimangono spesso chiusi, consentendo di conseguenza un notevole risparmio energetico. Uno degli esempi più validi è rappresentato dalle case vacanza, magari di montagna, dove ancora non sono presenti impianti di riscaldamento.

Termoconvettori: a parete o pavimento? Ad acqua, elettrici o a gas?

termoconvettori a parete possono essere posizionati in qualsiasi punto della casa. Generalmente hanno un design semplice e funzionale, che per questo motivo non richiede molto spazio. I modelli a pavimento, invece, possono essere spostati attraverso l’uso di maniglie e quindi sono molto maneggevoli. La contropartita di questa alternativa è rappresentata proprio dall’ingombro. La scelta del modello dipende quindi dagli spazi a disposizione e dalla tipologia di utilizzo, continuo o sporadico.

A seconda della struttura interna e della tecnologia utilizzata per il riscaldamento, gli impianti possono essere ad acqua, a corrente elettrica oppure a gas. I primi generano calore attraverso uno scambio tra aria e acqua calda in entrata, e sono capaci di raggiungere una temperatura di circa 50°C. I termoconvettori ad acqua richiedono un allacciamento alla caldaia, ma consumano decisamente meno rispetto ai termosifoni, nonostante la richiedano un quantitativo d’acqua maggiore per funzionare.

Questi modelli dispongono di una superficie di irraggiamento più ampia, e sono programmabili attraverso un timer, che consente di scegliere l’orario in cui il termoconvettore si attiverà. Esistono in commercio anche modelli capaci di funzionare a batteria, ma se si intende utilizzare comandi più avanzati, come la regolazione automatica dell’apparecchio, è preferibile ricorrere al collegamento alla rete elettrica. Tra i principali vantaggi  troviamo una maggiore salubrità dell’aria, che risulta meno secca.

In questo modo si evita alla fonte il problema dell’umidificazione dell’ambiente. I termoconvettori elettrici  generano il riscaldamento mediante una serie di resistenze elettriche site all’interno dell’apparecchio, e rappresentano la soluzione ideale se si dispone di poco spazio oppure non si può acquistare legna o altri tipi di combustibile. Questi modelli, nella variante a parete, sono estremamente pratici e comodi da installare. I modelli più avanzati presentano un consumo ridotto rispetto agli impianti tradizionali.

Nei modelli comunemente chiamati “svedesi”, ovvero termoconvettori elettrici a basso consumo, la struttura riscaldante è più ampia, ma funziona anche ad una temperatura più bassa rispetto agli impianti normali. Questo si traduce in un notevole risparmio di energia. Alcuni produttori dichiarano come il consumo sia addirittura 6 o 7 volte inferiore, se paragonato a quello di una normale stufa elettrica. Anche i riscaldatori a raggi infrarossi presentano notevoli vantaggi in termini di consumi.

La loro struttura è profondamente diversa, perché l’aria non viene trasformata mediante una serpentina elettrica, ma attraverso dei materiali naturali tra cui grafite di carbonio, capaci di favorire una circolazione più pulita del calore nell’atmosfera, senza che possano movimentarsi delle polveri. I termoconvettori a gas, infine, riscaldano l’aria mediante un bruciatore di gas e un sistema di ventilazione. Per l’installazione di questo tipo di apparecchi è necessario l’allaccio del gas oltre a una presa d’aria esterna per i fumi.

In merito al consumo dei termoconvettori a metano, oltre che ai costi dei combustibili, è necessario considerare anche quelli per l’elettricità, perché quasi tutti i modelli presentano la ventilazione forzata.

Tra i vantaggi di questi impianti troviamo il fatto che non utilizzano acqua o liquidi e per questo motivo non possono gelare. Rappresentano quindi la soluzione ideale per le case di montagna o per ambienti con temperature rigide.

Questo tipo di convertitore, nonostante la buona potenza e la velocità con cui può riscaldare l’aria, presenta l’inconveniente della manutenzione, che dovrà essere eseguita in maniera periodica per garantire la sicurezza del sistema.

Termoconvettore: consumo e risparmio di energia

Nella scelta dell’impianto è necessario considerare numerosi fattori, tra cui la grandezza della casa ma anche le abitudini personali. I costi di gestione chiaramente variano a seconda del tipo di alimentazione oltre alle tempistiche di funzionamento. Generalmente, indipendentemente dal tipo di modello scelto, gli impianti di convenzione consentono un consumo inferiore rispetto ai normali sistemi di riscaldamento. La preferenza di una tipologia di alimentazione rispetto a un’altra è soggetta ad esigenze specifiche.

In altre parole, quando si parla di costi bisogna considerare delle variabili. Gli impianti ad acqua, ad esempio, sono estremamente convenienti poiché consentono di riscaldare ambienti di grandi e medie dimensioni con consumi di energia contenuti, ma occorre collegarli alla caldaia e di conseguenza sostenere dei costi aggiuntivi. Gli apparecchi elettrici, invece, sono più facili da installare, e dobbiamo considerare che nei modelli recenti sono presenti meccanismi destinati allo scambio dell’aria.

Si tratta di meccanismi rispettosi dell’ambiente che offrono un notevole risparmio energetico. Oltre alla scelta di un impianto di riscaldamento per la casa proporzionato alle proprie esigenze, è necessario anche affidarsi a un gestore di energia elettrica sicuro e trasparente che offra condizioni economiche chiare e trasparenti, oltre che concorrenziali.

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