L’interruttore magnetico differenziale, o differenziale elettrico, altrimenti conosciuto come salvavita, è un dispositivo obbligatorio in un impianto elettrico a regola d’arte. Il salvavita, costituito da un relè ifferenziale e un interruttore magnetico termico, interviene in caso di necessità quando il flusso della corrente elettrica è diretta verso terra (la cosiddetta “messa a terra”, fondamentale) oppure quando la corrente oltrepassa il valore stabilito indicato sulla targa del solvavita.
Quando scegliamo un salvavita, dobbiamo valutare tre parametri: il potere di interruzione, proporzionale alla corrente di corto circuito, la corrente nominale, cioè il valore massimo della corrente e la corrente di intervento differenziale.
Entriamo nel dettaglio e proviamo a capire come funziona il salvavita, e perché è fondamentale che funzioni alla perfezione.
Come funziona il salvavita?
Il salvavita è costituito da un relè differenziale e un interruttore magnetico e termico. Il relè ha la funzione di controllare la corrente elettrica in entrata e in uscita nell’impianto: se quanto entra non corrisponde a quanto esce superando un certo valore (molto basso: massimo 0,03 Ampere) e c’è dispersione il dispositivo “scatta” e interrompe il circuito. In altre parole, vale il principio della sottrazione: la corrente in entrata dev’essere uguale a quella in uscita. È tollerata solo una piccolissima differenza dovuta a dispersioni elettriche sull’impianto.
L’interruttore magnetico, invece, interviene in caso di cortocircuito, quando c’è un sovraccarico elettrico e se il conduttore di fase entra in contatto accidentale con parti metalliche esterne.
Per esempio, se accendiamo più elettrodomestici (forno, lavatrice, lavastoviglie…), è facile che si abbia un sovraccarico pericoloso: in questo caso, il salvavita “interviene” tramite il magnetotermico evitando guai all’impianto elettrico.
Può capitare anche di entrare in contatto con un elettrodomestico (per esempio il frigo) in dispersione: una situazione di grave pericolo che il salvavita sventa in breve tempo quando rileva una dispersione di elettricità verso terra (quindi “aprendo il circuito”) e staccando la corrente.
Uno dei funzionamenti dell’ interruttore differenziale magnetotermico è molto semplice. All’interno ci sono dei fili che servono a rendere costante il flusso magnetico. Quando questo non lo è, una molla scatenata da questi fili fa scattare l’interruttore. Così, si dice che il salvavita sia “scattato”.
Perché scatta il salvavita
Se durante il normale uso della corrente elettrica il salvavita “scatta” e la corrente manca, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Prima va riattivato il differenziale elettrico e poi l’interruttore elettromagnetico. Se la corrente torna subito, può darsi che ci fosse un problema non troppo grave, magari un sovraccarico: a questo proposito è consigliabile non accendere più elettrodomestici “energivori” contemporaneamente. Se invece il salvavita continua a scattare, l’impianto elettrico o lo stesso dispositivo potrebbero essere guasti: chiamare un professionista esperto per trovare il problema e risolverlo è l’unica cosa saggia da fare.
Infatti, il funzionamento interruttore differenziale è automatico, quindi se non cambiano le condizioni di partenza, continuerà a scattare all’infinito, con conseguenti danni a tutto ciò che è attaccato alla presa di corrente.
Almeno una volta al mese va verificato il funzionamento del salvavita. Per fare la verifica basta premere il tasto del test (indicato con una “T”): se il salvavita funziona alla perfezione, la corrente dovrebbe mancare immediatamente. Se il test fallisce, il salvavita non è sicuro e va fatto controllare da un elettricista.
Cosa dicono le norme
La legge 46/90 obbliga tutti gli “ambienti abitativi”, cioè le case, gli uffici, le associazioni, i circoli etc. ad avere un impianto elettrico a regola d’arte. La legge prevede l’installazione obbligatoria del salvavita.
La variante V3 della norma Cei 64-8, introdotta nel 2011, stabilisce tre livelli riguardo agli impianti elettrici: il livello 1, di base, il livello 2, più elaborato e sicuro, e il livello 3, per chi vuole un sistema domotico. Già il livello 1 prevede la presenza di due interruttori differenziali per avere una buona sicurezza e continuità di servizio.
Concludiamo sottolineando che la legge 46/90 obbliga i professionisti che realizzano l’impianto elettrico di una casa a rilasciare una “dichiarazione di conformità” che attesti il rispetto delle norme della legge. Riguarda sia l’installazione che la manutenzione: non dimentichiamo che il salvavita dev’essere sempre perfettamente funzionante per avere una casa senza il minimo rischio legato all’elettricità.
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Buongiorno vorrei sapere se la potenza è di 4 kW. Salvavita di quanto deve essere? Io cello di 25A.e buono o devo comprare più potente? Grazie mille
Buon giorno, per una potenza di 4 kw è necessario usare un differenziale da 40A.
Quindi consiglio stesse caratteristiche di quello da 25 ma con portata superiore.